Il fidanzato di Luana D’Orazio lancia una campagna social, mirata a ricordare coloro che continuano a morire sul lavoro.
Alberto Orlandi, il fidanzato di Luana D’Orazio – la 22enne che morì sul posto di lavoro il 3 maggio 2021 – ha lanciato una campagna social “perché non ci si dimentichi non solo di lei, ma anche delle persone prima di lei, dopo di lei e che tutt’ora continuano a morire sul posto di lavoro”.
Il post di Alberto Orlandi
Il videomessaggio viene lanciato su Facebook per l’imminente compleanno di Luana D’Orazio, del 30 giugno. La campagna social di Orlandi consiste nel postare una foto qualsiasi di Luana usando l’hastag #tusorridisorridisempre.
Nella didascalia del post, il fidanzato della vittima si presenta ricordando la morte della sua ragazza, avvenuta in una ditta tessile a Montemurlo, in provincia di Prato. “Per fare un riassunto veloce, Luana è stata completamente stritolata, distrutta da un macchinario, il quale, da quanto è venuto fuori dalle perizie, era completamente manomesso per poter produrre di più”, racconta amaramente.
I tre indagati – la titolare, il marito, e il manutentore – sono stati condannati a 2 anni a una e 1 anno e mezzo all’altro, “con sospensione di giudizio, quindi praticamente niente. Alla ditta una multa di 10.300 euro. Mentre per il manutentore è in corso il processo”, aggiunge Alberto.
“Dico questo per far capire come va veramente l’Italia oggi, un Paese che si basa sul lavoro. Sappiamo bene che le condizioni di lavoro non sono per niente sicure, per fortuna non ovunque, ma nella maggior parte dei casi si lavora senza sicurezza, proprio per poter produrre di più”, ha sottolineato.
La campagna social per Luana D’Orazio
Il prossimo 30 giugno, Luana D’Orazio avrebbe compiuto 25 anni, e per il suo compleanno si è deciso di portare avanti un hashtag, #tusorridisorridisempre. “Quest’anno ho deciso di riproporre la stessa cosa”, afferma Alberto Orlandi, soffermandosi sul problema fondamentale dello Stato, “che permette tutto ciò e non dà modo che ci sia una giustizia, perché conviene più far morire un dipendente che far chiudere un’azienda”.
I numeri sui morti sul lavoro continuano a salire, tuttavia le aziende vanno avanti “come se nulla fosse successo”. “Questo perché almeno l’azienda può continuare a pagare le sue tasse, i dipendenti rimasti continuano a pagare i contributi, e chi muore ormai è morto, qualcuno pagherà un risarcimento”, sostiene il fidanzato della vittima.
Alberto lancia la sua campagna social, chiedendo di “condividere questo video, e il 30 giugno, fare una storia, prendendo una foto qualsiasi di Luana dal suo profilo, usando l’hashtag #tusorridisorridisempre, e taggando anche me, così ho la possibilità di poter ricondividere e poter ringraziare ognuno di voi. È una battaglia molto difficile da portare avanti, ma insieme ce la possiamo fare”, ha concluso.